Franco Pomiato | Alcune malattie infettive e parassitarie
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Alcune malattie infettive e parassitarie

La varicella
La scarlattina
La mononucleosi infettiva
I pidocchi
Le punture di zecche e la borelliosi

 

La varicella

 

Che cos`è

E` una malattia virale, molto contagiosa, che lascia una protezione permanente (immunità), per cui non ci si ammala una seconda volta.

Come ci si contagia

Con facilità, parlando, giocando, venendo a contatto, anche per pochi minuti, con una persona affetta da varicella,
che è infettiva da 2 giorni prima fino a 7 giorni dopo la comparsa delle prime vescichette.
Ci si contagia più difficilmente con una persona affetta da Herpes Zoster (fuoco di S. Antonio); le due malattie sono causate dallo stesso virus.

Incubazione

E` il periodo in cui il virus, penetrato nell`organismo, si moltiplica, senza dare
disturbi significativi; per la varicella è di 14 giorni in media ( da 10 a 21): poi la malattia si manifesta.

Come si manifesta la malattia

Compaiono dapprima delle piccole macchie rosse un po` rilevate, che danno prurito, e dopo poche ore si formano le vescichette (bollicine), contenenti un liquido trasparente, poi torbido, molto fragili che si rompono facilmente, trasformandosi in croste.
Le lesioni, a volte poche, a volte moltissime, si possono formare su tutto il corpo, anche in bocca,nell`occhio, nell`orecchio, sui genitali. Non compaiono tutte insieme, ma in momenti successivi, a gettate, per 2 – 8 giorni.
Le prime croste cadono dopo 5-10 giorni, lasciando una cicatrice che tende a scomparire col tempo. Può esserci febbre, anche alta.
Le complicazioni, ad eccezione dei primi mesi di vita, sono rare.

Come si cura

Non ci sono terapie particolari.
Per la febbre: usate Tachipirina o Efferalgan ai soliti dosaggi. Non usate l`Aspirina (può essere pericoloso).
Per il prurito: talco veneto; se è molto intenso o disturba il sonno si può usare un antistaminico per bocca.
Per evitare infezioni della pelle, favorite dal grattamento, tenete le unghie del bambino corte e pulite, lavategli spesso le mani, oprite eventualmente le mani ai bambini piccoli, nel sonno, con calzini di cotone.
Non fategli bagni caldi, perché aumenterebbe il prurito; è meglio una doccia veloce tamponando poi la pelle con asciugamani morbidi, senza rompere le bolle).
Se ci sono vescicole in bocca: alimentazione senza cibi acidi che “bruciano”, somministrate cibi tiepidi o freddi e alimenti “morbidi”; tili anche sciacqui o spruzzature con disinfettanti del cavo orale.

Quando consultare il pediatra

se c`è infezione cutanea (le vescicole diventano grosse, circondate da alone rosso, con pus) in presenza di lesioni agli occhi e in bocca: in questo caso usate colliri, pomate, collutori solo su parere del pediatra: potrebbero contenere cortisone,assolutamente da evitare.
se il bambino è sonnolento, ha mal di testa, vomiti o difficoltà a camminare se la febbre dura più di 4 giorni
se vi è ripresa di febbre superiore a 39°, dopo 3- 6 giorni, con dolore localizzato se il bambino sembra stare molto male.

Riammissione a scuola

Non prima di 5 giorni dalla comparsa delle prime vescicole, cioè quando sono presenti solo croste (non più contagiosi).
Non bisogna quindi aspettare la caduta delle croste per rimandare a scuola il bambino, ma solo che il bambino stia bene.
Durante la malattia non è pericoloso per il bambino essere esposto, con prudenza, all`aria.

Avvertenze

Evitate che il vostro bambino, affetto da varicella, venga in contatto con lattanti e con donne in stato di gravidanza,
che non abbiano già contratto la malattia.
In caso di contatto già avvenuto, informateli tempestivamente.
Evitate anche che il bambino avvicini soggetti anziani o in cattive condizioni di salute o in terapia antitumorale (potrebbe verificarsi un peggioramento della loro malattia o manifestarsi l`Herpes Zoster).
Se sospettate che il vostro bambino abbia la varicella, evitate di trattenervi con lui in sala d`attesa del medico
(altre persone potrebbero essere contagiate), ma contattate prima, anche telefonicamente, il pediatra.

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La scarlattina

 

Che cos`è

E` una malattia infettiva batterica dovuta ad un germe chiamato Streptococco beta emolitico A, poco contagiosa.
La scarlattina non è molto frequente ed è molto rara prima dei 6 mesi di vita.

Come ci si contagia

Ci si contagia parlando, giocando, venendo a contatto con un soggetto che ha in corso la malattia da pochi giorni.

Incubazione

In seguito a questo contatto, il germe, penetrato nell`organismo,si moltiplica per qualche giorno, senza dare disturbi significativi (fase di incubazione), poi la malattia si manifesta (dopo 1-5 giorni).

Come si manifesta la malattia

Inizia in modo acuto con febbre alta, vomito, mal di gola, intenso malessere. La lingua si ricopre completamente di una patina biancastra, poi diviene molto rossa, con le papille rilevate, tanto da assomigliare a un lampone o ad una fragola. Le tonsille, intensamente arrossate, si coprono di placche giallo-biancastre.
Dopo pochi giorni compare l`esantema, ossia un`eruzione cutanea con macchie poco rilevate, rosse, piccolissime, puntiformi, fittissime, prima all`inguine e alle ascelle, poi al tronco, agli arti, al viso.
Dura da poche ore a pochi giorni ed è seguito da una desquamazione della pelle. Accanto a questa forma, esistono quadri più leggeri, con febbre modesta, esantema limitato ed assenza di altri disturbi. Entrambe le forme possono complicarsi con la glomerulonefrite (una malattia del rene) che evolve generalmente a guarigione, e con la malattia reumatica (determina danni al cuore e alle articolazioni), che colpisce solo i soggetti non ben trattati con gli antibiotici.

Come si cura

Essendo una malattia batterica si cura con idonei antibiotici: la terapia risulta efficace per controllare la malattia e per prevenire la malattia reumatica.
È importante non dimenticare nessuna dose. Date l`antibiotico ai dosaggi prescritti dal pediatra e non riduceteli. Anche se il bambino starà meglio dopo pochi giorni continuate a somministrargli l`antibiotico fino alla fine della cura. Controllate se l`antibiotico va tenuto o meno in frigorifero. Usate un misurino graduato per essere sicuri di dare la dose giusta.

Per quanto si è contagiosi

Fino a 48-72 ore dopo aver iniziato la cura con l`antibiotico.

Riammissione a scuola

Il bambino può tornare a scuola non prima di quattro giorni dall`inizio della terapia, non appena si sente bene. L`esantema di per se, non è contagioso.

Avvertenze

È bene far controllare il bambino dal medico non appena è terminata la terapia antibiotica, per confermare l’avvenuta guarigione.

Contattate inoltre il pediatra anche prima se:

· la febbre persiste dopo 48 ore di terapia antibiotica
· le urine diventano rosse o color coca-cola
· vi sembra che il bambino stia molto male
· avete dei dubbi o delle domande da fare.

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La mononucleosi.

 

Che cos’è?

È una malattia infettiva virale causata dal virus di Epstein-Barr, che appartiene alla famiglia dei virus della varicella e dell`herpes labiale. E` una malattia comune dell`infanzia e dell`età giovanile.

Come ci si contagia?

Ci si contagia, da persona a persona, quando la saliva infetta viene a contatto con la bocca, il naso o gli occhi (è chiamata anche la malattia del bacio); il virus, però, si può trasmettere anche attraverso bicchieri, tazze o altri oggetti di uso familiare, come pure attraverso le goccioline di saliva che rimangono sospese nell’aria dopo uno starnuto o un colpo di tosse.

Incubazione

In seguito a questo contatto, il virus, penetrato nell’organismo, si moltiplica senza dare disturbi significativi (fase di incubazione), poi la malattia si manifesta (dopo 4-7 settimane).

Come si manifesta la malattia

La maggior parte dei bambini molto piccoli che contraggono il virus di E.B. non manifesta alcun sintomo o presenta solo una lieve forma di faringite.

Invece, gli adolescenti e i giovani adulti sviluppano per lo più una Mononucleosi clinicamente evidente. Un caso tipico di mononucleosi comincia con una sensazione di debolezza, stanchezza, con mal di gola, febbre e perdita dell`appetito. Le tonsille si arrossano, aumentano di volume, si coprono di placche giallo-biancastre. Si possono poi ingrossare anche i linfonodi di tutto il corpo, in particolare quelli del collo, il fegato e la milza.

In qualche caso, può comparire un esantema, ossia un`eruzione cutanea. Le complicazioni sono rare. La malattia ha un decorso medio di 2-3 settimane. Alcune persone restano deboli e si stancano facilmente per un lungo periodo di tempo.

Come si cura

Non esiste una terapia specifica per la mononucleosi. Il paracetamolo è sempre utile per alleviare i dolori e la febbre. Il rimedio migliore per la stanchezza, tipica della mononucleosi, è il riposo. Si raccomanda una dieta nutriente e ricca di liquidi: Indicati i frullati di latte freddo con frutta fresca.

Per quanto si è contagiosi

La mononucleosi non è molto contagiosa ed è raro che si verifichino casi secondari nella stessa famiglia. Non esistono precauzioni specifiche, fermo restando che è meglio evitare il contatto con saliva infetta (baci, uso comune di tazze, bicchieri, posate, giocattoli, ecc.).

Riammissione a scuola

Il bambino può tornare a scuola non appena si sente bene, in forze e non avrà più febbre.

Avvertenze

In caso di milza ingrossata, sarà bene evitare tutte quelle attività che comportino un rischio di traumi all`addome: per esempio sport di contatto (calcio, judo ecc), sci, salti e tuffi, così come le passeggiate in bicicletta. Queste limitazioni cesseranno quando la milza sarà tornata alle sue normali dimensioni (di solito in 3-4 settimane).

Contattate il pediatra:

· se vi sembra che il bambino stia molto male
· se non riesce ad alimentarsi o a bere per 12 ore o più
· in presenza di emorragie o lividi non dovuti ad una causa chiara
· se il respiro è difficoltoso o troppo rapido
· se le urine diventano scure o la pelle tende ad assumere un colore giallo
· se i sintomi della malattia durano per più di 3 settimane
· se avete dei dubbi o delle domande da fare.

Preoccupazioni comuni

Non esiste un modo di prevenire la mononucleosi dopo aver subito il contagio.

Le ricadute o un secondo attacco sono poco frequenti (ma non impossibili), in questi casi la malattia si manifesta di solito in forma più lieve.

L’assunzione di antibiotici, come amoxicillina, può causare la formazione di eruzione cutanea; questo esantema non provoca particolari complicazioni, sparisce quando si sospende il farmaco e, quasi mai, è dovuto ad allergia alla penicillina.

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I pidocchi.

I pidocchi sono insetti di colore grigio-biancastro. Di solito vivono sui capelli e si cibano di sangue, pungendo il cuoio capelluto, dove depositano un liquido che provoca prurito. Si riproducono attraverso le uova (lendini)

Come si prendono
Ci si contagia sia per contatto diretto sia indiretto (scambio di pettini, cappelli, salviette, sciarpe, cuscini) L’infezione si chiama pediculosi; non è indice di scarsa igiene

Come si manifesta
Con un intenso prurito al capo. Per essere certi che si tratta di pidocchi bisogna osservare se all’altezza della nuca e dietro e sopra le orecchie sono presenti i lendini visibili a occhio nudo. Sono allungati, traslucidi, grandi come capocchia di spillo, di colore bianco o marrone chiaro. Bisogna stare attenti a non confondere i lendini con la forfora. I lendini sono tenacemente attaccati al capello, mentre la forfora si può facilmente eliminare con il pettine

Come si cura
Un trattamento scrupoloso risolve facilmente la pediculosi, anche se non garantisce da future reinfestazioni.

applicare sui capelli il prodotto antiparassitario specifico (ad es. Milice schiuma; Hedrin soluzione; MOM; Liceko spray; altro)
cercare di sfilare le lendini rimasti con le mani o con un pettine a denti molto fitti; dopo aver sciacquato i capelli con aceto bianco, pettinare con cura ogni ciocca partendo dalla radice e applicare per 30-60 minuti un asciugamano bagnato con la stessa soluzione
ripetere il trattamento completo ogni 7-10 giorni per almeno 1 mese
disinfettare i capelli, le lenzuola, gli abiti e i pupazzi di pezza; lavarli in acqua calda oppure a secco oppure lasciarli all’aria aperta per 48 ore ( i pidocchi, non più a contatto con il cuoio capelluto, non sopravvivono)
lavare accuratamente pettini e spazzole, immergendoli in acqua calda per 10 minuti o lavandoli con uno shampoo antiparassitario
Come evitare di trasmettere la pediculosi
Evitare di scambiare oggetti personali (pettini, sciarpe; cappelli; spazzole; salviette)
Evitare di mescolare i capi di vestiario del bambino con quelli altrui (chiedere che a scuola, in piscina e in palestra siano assegnati se possibile armadietti personali)
Accertarsi che non ci siano lendini controllando periodicamente i capelli dei bambini (soprattutto la nuca e dietro le orecchie) specie se vanno a scuola e si grattano la testa
Quando può tornare a scuola
Se si esegue scrupolosamente la terapia sopra riportata, il bambino può tornare a scuola il mattino dopo il primo trattamento

Per prevenire l’insediamento dei pidocchi
Si può usare preaftir lozione spray per 7 giorni + olio shampoo per 3 giorni alterni; oppure Liceko spray (in questo caso serve come balsamo)

Bibliografia
Per chi desidera approfondire questo argomento, ho a disposizione un ottimo libro pubblicato dai Prof. Scanni G. e Bonifazi E. dal titolo: “Pediculosi del capo”; lo invio per E-mail (gratis) a chi me ne fa richiesta

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Le punture di zecche e la borelliosi

Dopo l’asportazione corretta della zecca, occorre controllare giornalmente la cute per circa 45 giorni, soprattutto nel punto del morso.
In questo periodo si possono verificare due eventualità, entrambi risolvibili dal medico curante:
– Comparsa di un arrossamento sulla cute e/o altri sintomi; occorre fare la diagnosi con la ricerca degli anticorpi anti Borrelia e prescrivere un antibiotico (opzione terapeutica di prima scelta per i bambini è l’amoxicillina 50 mg/Kg die per 14-21 giorni
– Decorso asintomatico
Tutte le informazioni utili sulla borelliosi si possono trovare  sul portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica  a cura dell’Istituto superiore di sanità