Franco Pomiato | Alcune regole che aiutano il bambino a crescere
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Alcune regole che aiutano il bambino a crescere

  • Le 6 regole d’oro di GIOVANNI BOLLEA
  • Le tre regole d’oro di Luigi Gallimberti
  • Per quanto riguarda la sicurezza dai rischi e pericoli, come comportarsi quando il bambino non rispetta le regole e si ribella?
  • Come posso far rispettare le regole?
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    Le 6 regole d’oro di GIOVANNI BOLLEA

    (Fondatore della neuropsichiatria infantile italiana)

      • 1. Date meno ai bambini; hanno troppo; il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia
      • 2. Ciò che conta è la qualità e l’intensità, non la quantità. I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali; devono essere dedicati soprattutto a stare insieme con il bambino, a parlare e a giocare con lui, un po’ meno a chiedere dei compiti o dei risultati.
      • 3. I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano poche cose; ad es, due pezzi di legno, anche se i genitori ormai fanno sempre più fatica ad inventare
      • 4. Dai quattro, cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti di casa, assieme ai genitori (ad es. stirare con un piccolo ferro; attaccare un bottone; ecc.).
      • 5. Sport. Prima di tutto deve essere il bambino a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendogli capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni; va molto bene anche qualche ora di palestra alla settimana; poca competizione, grande beneficio fisico.
      • 6. Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più

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    Le tre regole d’oro di Luigi Gallimberti

    sono ampiamente riprese e trattate nel libro C’era una volta un bambino.
    In questo libro scienza e buon senso si fondono per insegnare (e far ricordare) ai giovani, ma soprattutto ai genitori e agli educatori, che il desiderio e l’attesa nutrono il piacere della ricompensa.

    Prima il dovere, poi il piacere

    E importante che i genitori imparino ad adottare come stile educativo quello che prevede di premiare i figli solo dopo che hanno fatto qualcosa per meritarselo. Regalare qualcosa ai figli per indurli a fare il loro dovere invece di premiarli dopo che l’hanno fatto può comportare danni anche gravi; insegna cioè a tuo figlio a guadagnarsi ciò che desidera e così imparerà a godersi la vita nel senso più profondo e autentico del termine. Non rispettare questo principio farà di lui una persona fragile, con una scarsa autostima e con la tendenza a procurarsi piaceri a buon mercato che lo lasceranno insoddisfatto e lo esporranno a pericoli di abuso e dipendenza. Si può trovare un esempio chiaro di questo principio nel famoso “Test dei Marshmallow”, in cui circa un terzo dei 650 bambini coinvolti ha saputo aspettare 10 minuti davanti un marschmallow senza mangiarlo con la promessa di riceverne in cambio due: è stato rilevato che nei seguenti quarant’anni di vita il cervello dei bambini che hanno saputo resistere alla tentazione si è sviluppato in modo più sano permettendo loro di godere una vita piena di soddisfazioni.

    Il tempo del sonno e il tempo della veglia.

    Perché i figli crescano sani, i genitori devono aiutarli a dormire la giusta quantità di ore: non dovranno mai essere inferiori ad un terzo della giornata, cioè almeno otto ore. Un bambino che non ha dormito almeno otto – dieci ore la notte dormirà male e si alzerà stanco. La sonnolenza diurna cui andrà incontro non gli darà la concentrazione che la sua intelligenza meriterebbe, lo renderà irascibile con i compagni, oggetto di rimproveri da parte degli insegnanti, lo esporrà ad insuccessi scolastici ed accentuerà in lui la tendenza a ricorrere a stimoli esterni che lo tengano sveglio. I bambini piccoli dovrebbero andare a letto entro le nove di sera; infatti, se da piccoli sono stati abituati ad andare a letto tardi la sera, quando saranno adolescenti ci chiederanno di stare fuori casa gran parte della notte e a quel punto potremmo fare ben poco per far cambiare le loro abitudini.

    vedi anche la pagina Il sonno   alla sezione consigli pediatrici

    Spendere bene il denaro.

    Insegnare ai propri figli a spendere bene i loro soldi e controllare come vengono spesi è un modo per proteggerli da numerosi rischi.  Suggeriamo di educare i figli iniziando fin dalle prime classi elementari ad avere una loro “paghetta” che, naturalmente devono sapersi meritare di settimana in settimana. Così facendo aiuteremo i nostri figli fin da piccoli a riconoscere il valore del denaro e a godersi la vita nei limiti in cui sentiranno di esserselo guadagnato; saranno orgogliosi dei loro guadagni e cercheranno di spenderlo per rendere più piacevole la loro vita. Se al contrario il denaro verrà loro regalato senza che abbiano dato niente in cambio riceverlo non provocherà in loro alcun piacere ed è assai probabile che lo investiranno per procurarsi degli eccitamenti sostitutivi, dei falsi piaceri che con il piacere vero hanno ben poco da spartire.

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    Per quanto riguarda la sicurezza dai rischi e pericoli, come comportarsi quando il bambino contesta le misure di protezione, non rispetta le regole e si ribella?

    Capita spesso che le misure di protezione, adottate dai genitori per prevenire possibili incidenti del bambino, vengano mal sopportate dai nostri piccoli, che reagiscono negativamente opponendosi al loro utilizzo. Ma le misure di protezione non possono essere messe in discussione, le regole devono essere chiare e portate avanti con fermezza educativa e comportamenti coerenti.

     

    Non cedere.

    A volte, per via dell’insistenza del bambino, potremmo essere tentati di cedere solo per placare la sua rabbia. Questo, però, oltre a mettere a rischio il bambino, significherebbe anche comunicargli che quel comportamento, che prima abbiamo vietato, non è realmente pericoloso: «Quell’oggetto adesso si può toccare, il “no” che ti abbiamo detto non era un vero “no”». Insomma, una bella confusione.

    Rendiamolo responsabile…

    Possiamo però organizzare la nostra casa, i viaggi e le attività familiari in modo che obblighi e divieti, per un bambino, non siano eccessivi e non ostacolino il suo percorso di crescita e autonomia. Man mano che il nostro bambino cresce possiamo aiutarlo a comprendere il perché di determinate misure di sicurezza, rendendolo protagonista e responsabile delle proprie attività.

    …ma diamogli spazio

    Dare ai bambini spazi e tempi adeguati dove fare tutte quelle cose sane e fondamentali per la crescita, come correre, arrampicarsi e fare esperimenti con diversi materiali, ci aiuterà a far rispettare con più serenità le misure di protezione.

     

    Può essere utile consultare anche le seguenti pagine:

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    «Come posso far rispettare le regole?»; «Perché il bambino non mi ascolta mai?»

: spesso i genitori rivolgono agli educatori domande simili, e in un momento di convivenza prolungata e forzata, la questione è ancora più centrale. Ma perché l’adulto teme così tanto il bambino da volersene quasi proteggere?
I bambini sono imprevedibili
L’imprevedibilità genera ansia, e un bambino che pensa con la propria mente può agire in modi imprevedibili, a volte incomprensibili, con modalità discordanti rispetto all’adulto. Ma ciò non è negativo in assoluto: lo si può leggere, invece, come una manifestazione della sua personalità e del suo essere. Tutto ciò è meraviglioso quanto, talvolta, difficoltoso e disarmante.
Educare al pensiero critico
Educare bambini liberi significa educare al pensiero critico, a mettere in discussione ciò che accade, a porsi domande e cercare risposte. Il compito dell’educatore però, sia esso genitore o maestro, consiste nell’impedire la dispersione di energie verso attività distruttive, garantendo al contempo la possibilità di esprimersi fisicamente, verbalmente ed emotivamente in modo libero. E per questo è necessario stabilire delle regole.
Montessori a casa
Ne parliamo in modo approfondito in Qui abita un bambino, il manuale in cui Annalisa Perino, pedagogista e formatrice montessoriana, ci spiega perché la casa è il primo strumento educativo che il genitore ha a disposizione per favorire l’autonomia del bambino in un ambiente sicuro e accogliente. Acquista ora la tua copia!
Buona lettura,
il team di UPPA